Una delle strategie che maggiormente funzionano con i bambini iperattivi consiste nel prevedere un riconoscimento immediato dei suoi comportamenti positivi, piuttosto che andare a sottolineare quelli negativi. Il “premio” può essere una lode verbale oppure abbracci o un riconoscimento (figurina, caramella, punti guadagnati…).
Perché premiare un bambino iperattivo? Perché fa molti più sforzi rispetto agli altri ad autoregolarsi ed è di fondamentale importanza scardinare l’immagine che ha di se stesso come “cattivo”. Quando si parla di bambini con deficit dell’attenzione e iperattività non si parla di bambini “vivaci” o semplicemente “distratti” ma di bambini con un’alterazione neurobiologica che impedisce loro di selezionare gli stimoli ambientali, di pianificare le proprie azioni e conseguentemente controllare i propri impulsi. Questi bambini non riescono a riflettere prima di agire e soffrono per l’incapacità di adattarsi alle domande della vita sociale. Spesso con gli insegnanti si crea un circolo vizioso: il bambino si comporta male e l’insegnante cerca di controllarlo. Il bimbo fa resistenza comportandosi peggio e l’insegnante aumenta la sua rigidità. Si tratta di interrompere questa circolarità, evitando interventi punitivi che possono solo aggravare il circolo vizioso. Purtroppo si tende a vedere in questi bambini solo i lati disturbanti e deficitari, mentre valorizzare i loro punti di forza significa fortificarli. A volte i bambini sono anche spaventati da se stessi, perciò farli sentire compresi e dare loro gli strumenti per gestire dei sentimenti così forti è la soluzione migliore. Si può tranquillizzare il bambino, dicendogli “capisco che sei arrabbiato, succede anche a me”.
Le persone con disturbi della condotta e aggressività presentano una gamma ristretta di risposte agli stimoli del mondo esterno, motivo per cui perseverano nell’uso di quelle negative. Per ridurre i comportamenti inappropriati e dirompenti bisognerebbe insegnare loro nuovi metodi per far fronte a situazioni fortemente attivanti. È pertanto utile offrire un’ampia gamma di alternative cognitive che possano generare soluzioni alternative ai problemi interpersonali. Il bambino è spinto ad esplorare nuove possibilità, fino a quel momento mai prese in considerazione, per interagire in modo adeguato con i coetanei e con gli adulti. La riflessione viene indirizzata verso l’interno e non più verso i fattori esterni.
Un ulteriore intervento è quello incentrato al potenziamento delle competenze sociali che mira a potenziare la flessibilità, la tolleranza alla frustrazione e la gestione della rabbia. Sviluppando il ragionamento morale si impara ciò che non si deve fare e si impara ad evitare tali reazioni nei contesti sociali.
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